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L’evoluzione normativa e processuale dell’omicidio dall’età romana ai giorni nostri in Italia

  • Immagine del redattore: Fiorenzo Auteri
    Fiorenzo Auteri
  • 23 lug 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Età Romana Periodo Monarchico e Repubblicano

1. Leges Regiae: Durante il periodo monarchico, le leggi del re (leges regiae) disciplinavano anche l’omicidio. Le pene erano severe e potevano includere la morte.

2. Lex Duodecim Tabularum: Durante la Repubblica, la Lex Duodecim Tabularum (450 a.C.) regolava vari crimini, compreso l’omicidio. La pena per l’omicidio era la morte, ma esistevano distinzioni tra omicidio premeditato e omicidio accidentale.

3. Quaestiones Perpetuae: I tribunali permanenti (quaestiones perpetuae) erano istituiti per giudicare crimini specifici, inclusi gli omicidi. La lex Cornelia de sicariis et veneficiis (81 a.C.) regolava gli omicidi e avvelenamenti, introducendo pene severe e processi formali.

4. Cognitio Extra Ordinem: Con l’espansione dell’impero, l’imperatore e i suoi rappresentanti assumevano un ruolo centrale nei processi penali. Le procedure diventavano più flessibili, permettendo all’imperatore di giudicare i casi direttamente.


Medioevo e Rinascimento

Durante il medioevo, il diritto romano venne progressivamente sostituito dai diritti locali e feudali. In Italia, il diritto longobardo influenzò significativamente le norme sull’omicidio.

1. Diritto Longobardo: Le pene per l’omicidio variavano notevolmente a seconda dello status sociale della vittima e dell’autore. Le pene includevano risarcimenti economici (guidrigildo) e punizioni corporali.

2. Comune e Signorie: Con la formazione dei comuni e delle signorie, si svilupparono codici locali che regolavano i crimini, inclusi gli omicidi. Le pene variavano ma spesso includevano la pena di morte o il risarcimento.


Età Moderna Periodo Preunitario

1. Codici Preunitari: Ogni stato italiano preunitario aveva il proprio codice penale. Ad esempio, nel Regno di Napoli, la “Prammatica” di Carlo III (1751) introdusse pene severe per l’omicidio, mentre nel Granducato di Toscana, il Codice Leopoldino (1786) abolì la pena di morte. Unificazione d’Italia

2. Codice Penale Zanardelli (1889): Dopo l’unificazione, l’Italia adottò il Codice Zanardelli, che abolì la pena di morte per i reati comuni e introdusse pene detentive per l’omicidio, con aggravanti per la premeditazione e la crudeltà.


Età Contemporanea Codice Rocco (1930)

1. Codice Penale Rocco: Durante il regime fascista, l’Italia adottò il Codice Rocco, che rimane in vigore con molte modifiche. L’omicidio è disciplinato dagli articoli 575-577 del codice penale, con pene severe che includono l’ergastolo per omicidi aggravati (premeditazione, crudeltà, motivi abietti o futili).

2. Riforme Post-Seconda Guerra Mondiale: Dopo la seconda guerra mondiale, l’Italia ha introdotto diverse riforme per adeguare il sistema penale ai principi democratici. La Costituzione del 1948 ha abolito definitivamente la pena di morte per i reati comuni.

3. Normativa Attuale: Oggi, l’omicidio è regolato principalmente dal Codice Penale e dal Codice di Procedura Penale. Le pene variano da 21 anni di reclusione fino all’ergastolo, con aggravanti specifiche (artt. 575-577 c.p.). La procedura penale prevede il diritto alla difesa, il contraddittorio e un processo equo.


Conclusioni

L’evoluzione normativa e processuale dell’omicidio in Italia riflette un percorso di progressiva umanizzazione e razionalizzazione del diritto penale. Dalle pene corporali e capitali dell’età romana e medievale, si è passati a un sistema penale moderno che pone l’accento sulla rieducazione e la reintegrazione del condannato, nel rispetto dei diritti umani fondamentali.





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